Illustrazione di Roberta Lami

Ieri riguardavamo le foto delle vacanze e ci è tornata alla mente la stravagante escursione a cala Grande (al nord della Sardegna, vicino Santa Teresa) meglio nota come Valle della Luna, appellativo dovuto ad una comunità hippy degli anni 60 che si stanziò in quella zona per vivere liberamente a contatto con la natura, e che oggi è ancora popolata da naturisti e discendenti dei figli dei fiori (una sorta di pronipoti dei fiori insomma).

Roby, mio marito ed io, annoiati di stare in spiaggia con il deretano all’aria, decidiamo di voler andare alla scoperta della fantomatica valle, a rubacchiare agli hippy un po’ di quel senso di libertà di cui le nostre frenetiche e serratissime vite troppo spesso scarseggiano. Il cammino, della durata di una mezz’ora tra le multiforme rocce sarde non è immediato, ma assolutamente fattibile, preferibilmente non nelle ore più calde o altrimenti muniti di cappello e bottiglietta d’acqua.

Ça va sans dire noi decidiamo di incamminarci alle 11:30 del mattino, con 36 C° e non un filo del tipico vento isolano (insomma, condizioni metereologiche di forza uguale e contraria alla nuvola di Fantozzi).

Appena partiamo un signor hippy a torso nudo e con tanti dreads* ci sfreccia davanti con la sua bici+carretto pieno di provviste e così iniziamo a mangiare la prima polvere.

Il sentiero non è indicato e perse le tracce del nostro hippy guida ci troviamo al primo bivio…destra o sinistra? Tiriamo la monetina? Nessuno ha un centesimo…tiriamo, tiriamo, cosa tiriamo? Tiriamo la mia ciabatta infradito! Dritta sinistra, rovesciata destra! OOOOPLAAAÀ … destra. Si prosegue fino al prossimo bivio, ciabatta….oooplaaà e via così fino ad una stradina di rovi ed arbusti dove ci lascio un polpaccio striato alla Wolverine** e la mia “infradito della sorte” rotta per sempre.

Ma dopo qualche passo, avvistiamo qualcosa … non ci posso credere, il primo incontro ancestrale poco prima della valle: una tartaruga di terra, che ci guarda, ci saluta e piano piano ritorna sotto gli arbusti, lontana da occhi indiscreti, senza nemmeno sapere che regalo ci ha fatto. Non so perché, ma le tartarughe sono uno di quegli animali che ti riportano nel passato, nel passato prima di ogni cosa futile, prima di ogni cosa in generale e che quando incontri ti fanno sentire un tutt’uno con madre natura. Sarà un segno? Finalmente una nota positiva.

Aggiriamo il penultimo pietrone e ci troviamo davanti ai grandi massi prima dell’ingresso in valle e sulla sinistra un lavatoio in pietra con un cartello di cartone che esorta a non sprecare l’acqua. Lo guardiamo perplessi e sorpresi allo stesso tempo e tiriamo avanti, fa caldo, ma non ci fidiamo dell’improbabile fonte nel mezzo del nulla e ci accingiamo a oltrepassare gli ultimi massi alla scoperta dell’hippytudine (sì, è un neologismo da me creato in questo momento).

Rullo di tamburi, trombe, trombette e trombettine, ci ritroviamo finalmente nella valle, dove personalmente mi sarei aspettata un uno scenario alla Woodstock*** del 69 e invece il nulla, una landa (molto bella, ma) desolata, con un banchetto delle offerte sulla destra (con sopra più conchiglie che spicci), una grotta abitata in lontananza sulla sinistra, un gruppo di tedeschi (con sandali e calzini bianchi) in gita con guida sarda, un tavolino con collanine esotiche poco più in là, una combriccola di ragazzini freschi di maturità a fare il barbecue e una signora con i figli e il cane arrivata poco prima di noi alla scoperta della valle degli hippy, ma degli hippy nessuna traccia.

Avanziamo un po’ alla ricerca di un simbolo della pace, di qualche gitano danzante o anche solo del signor dredduso**** avvistato alla partenza, ma nessuno risponde all’appello. In lontananza avvistiamo sulle rocce qualche tenda, un paio di cani, ma fa troppo caldo per raggiungerle, ci avviciniamo così agli scogli sul mare, ci godiamo il panorama mozzafiato e la bellezza naturalistica della valle e decidiamo di tornare indietro, perché la gola si fa arsa e il sole è a picco, con nemmeno un quadratino di ombra.

Ci aspetta il cammino del ritorno, con la pressione sotto le ciabatte (che io non ho più) e la voglia di scolarsi un idrante.

Rientrati in spiaggia, consoliamo la nostra delusione con ombra e acqua ghiacciata, delusione non tanto per la valle, quanto per il nostro tempismo e la scarsa organizzazione. In quel piccolo paradiso naturale, vivono persone e famiglie sparse qua e là, che sarebbe stato bello incontrare se non fossimo stati stanchi e assetati e con cui avremmo avuto piacere di chiacchierare, ma che giustamente nelle ore in cui i fastidiosi turisti come noi hanno il tempo di avventurarsi nella valle, sono probabilmente occupati nelle loro faccende diurne o a rilassarsi nei loro spazi privati.

Lo spazio della valle infatti pare popolarsi giustamente di sera o comunque nelle ore meno calde della giornata e, a detta di una coppia di argentini girovaghi incontrati in spiaggia nei giorni a seguire, sembra essere anche luogo di feste danzanti e musica al chiarore della luna, come nelle migliori fantasticherie di ognuno.

Tirando le somme della nostra gitarella abbiamo dunque alcune riflessioni da fare:

  • Se vai alla ricerca della luna a mezzogiorno, anche se stai andando alla Valle della Luna, non troverai la luna, a meno che tu non vada di notte (assicurandoti che la luna calante non sia calata del tutto).
  • Gli hippy danzanti, se sono più intelligenti di te che decidi di farti una bella camminata nel deserto di pietre sardo a mezzogiorno, saranno a mangiare riparati all’ombra, deridendoti in lontananza e facendo scommesse su chi, del gruppo, cadrà prima a causa della disidratazione o di un’insolazione. (A meno che tu non voglia proprio vedere gli hippy danzanti in seguito ai deliri del torrido caldo.)

  • Se proprio comunque hai deciso di fare sta camminata a mezzogiorno…portati dell’acqua…o fidati della sorgente che esorta a non sprecare e bevi (per quanto la tua stima sia sotto le scarpe, dare da bere a te che sei assetato, non è considerabile spreco).
  • Se vai in un posto per sfuggire alla vita del tipico turista in svacco in vacanza, non comportarti da tipico turista in svacco in vacanza.
  • Alla fine, un hippy deve avere vinto la scommessa, l’insolazione l’ha presa mio marito, con conseguente attesa di n.6 ore al pronto soccorso di Olbia.
  • Aspetto positivo della mattinata: l’incontro con la meravigliosa tartaruga, secondo me, profetico! Durante la vacanza infatti, abbiamo avvistato in seguito altre 2 tartarughe di terra e cosa avranno voluto dirci? Io dico che fosse un’esortazione a prendere la vita di ogni giorno con più calma, a prendersela con comodo insomma, che è poi il desiderio di tutti ed il motivo base per cui siamo affascinati dalla Valle della luna (per lo stile di vita più lento e naturale). Mio marito dice invece, che anche se non ho visto gli hippy di persona, devono avermi passato qualcosa da fumare. Chi avrà ragione?

Da Cambridge (ripensando alle vacanze) per oggi è tutto, passo e chiudo!

#BorderMinds #valle della luna #hippy #vacanze #racconto

Erika Lami

Note tratte da Wikipedia (tranne l’ultima):

* tanti nodi nei capelli che costituiscono appunto i dreads

** personaggio dei fumetti mutante con artigli ossei che estroflette dalle nocche delle sue mani

*** manifestazione che si svolse a Bethel, una piccola città rurale nello stato di New York, dal 15 al 18 agosto del 1969, all’apice della diffusione della cultura hippy

**** sciocco neologismo per indicare persona con i dreads