Luglio è alle porte, fra una settimana parto per le vacanze e ora il mare è il mio chiodo fisso.

Così ieri ripensavo ad un incontro dell’anno scorso.

Spiaggia di santa Teresa di Gallura: 75enne, quella che si dice, doveva essere stata una bella donna, pelle ambrata e decisamente rugosa, appena uscita dall’acqua e seduta su un asciugamanino minuto, minuto come lei, filiforme creatura dagli occhi azzurro cristallino, rossetto rosso fuoco e costume intero tinta unita portato con gran disinvoltura.

Non so perché ma mi ha subito colpita e nel suo sguardo ci ho letto una storia che ancora mi ricordo:

“Col passare degli anni mi sono spogliata, mi sono spogliata innumerevoli volte, così come sono ora o anche di più.

Mi sono spogliata davanti a mia madre, mio padre, le mie sorelle, davanti ai miei amanti, ai dottori, a mio marito, fin quando mi sono rattrappita al punto da non potermi spogliare più troppo fieramente.

Allora ho cominciato a spogliarmi diversamente.

Mi sono spogliata delle mie insicurezze, dei miei tabù, dei miei pregiudizi, persino delle mie conoscenze ad un certo punto (di quelle forse un po’ involontariamente).

Quando cresciamo guadagniamo molte cose utili, ci riempiamo le tasche di sogni, speranze pensieri, affetti. Mettiamo in valigia i risultati delle nostre esperienze, delusioni, traguardi. Ci facciamo un bagaglio culturale da portarci lungo il nostro viaggio. Ma per la strada raccattiamo anche diverse chincaglierie, facendoci carico, spesso, di pesi di cui non abbiamo bisogno.

E così ho ricominciato a rispogliarmi di nuovo, come adesso, qui sulla spiaggia, senza vergogna, con la mia pelle cadente e raggrinzita, baciata dal sole anche se non più liscia e setosa.

Tutto nel tempo appassisce.

Da germogli diventiamo piante che fioriamo e poi inesorabilmente appassiamo, cominciando a vivere per sottrazione.

Oggi però, dopo tanto tempo ho recuperato una delle mie ultime chincaglierie. Il mio vivacissimo rossetto rosso, rosso come il sole, che ieri sera si specchiava nell’acqua blu scuro. Acqua che ora è azzurra, come i miei occhi incorniciati da questa pelle accartocciata. Accartoccciata come le onde che si infrangono su quegli scogli alla fine della spiaggia.

Sono in completa sintonia con la natura oggi e mi sento bene.

Il bagno questa mattina è stato splendido, credo che per oggi possa bastare. È ora di tornare a casa.

Eppure, mi chiedo a cosa stia pensando quella ragazza col taccuino in mano che mi sta fissando da un pezzo.

Vorrà sapere il colore del mio rossetto? Potrei lasciarle un bigliettino se proprio ci tiene. Sono indecisa, ma si è fatto veramente tardi. È ora di andare …”

…E sparisce dietro gli ombrelloni senza girarsi più indietro.

Ovviamente tutto ciò è solo frutto della mia fantasia, ma che importa, era nuda, ma vestita di una gran dignità.

E comunque il bigliettino diceva:

“Dior n.777

Un po’ caro forse, ma è stato l’ultimo regalo di mio marito e adesso comprarlo mi sembra ne valga la spesa.”

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Erika Lami

Illustrazione di Roberta Lami