Questa mattina è cominciata male, accompagno figlia e marito al loro autobus e poco dopo essere ripartita, la macchina si ferma: devo prendere un autobus anche io e sono in ritardo.

I mezzi pubblici, come al solito, non sono mai puntuali e ad ogni minuto di ritardo accumulato, cresce il numero di passeggeri innervositi che dovranno salire sul prossimo pullman, riducendo in maniera esponenziale lo spazio vitale sopra il suddetto mezzo.

Dopo esattamente mezz’ora passa il bus e già mi rassegno al destino da sardina compressa che mi aspetta, quando salendo sull’ autobus mi dà il benvenuto un autista molto cordiale, impegnato a fare il suo mestiere, ma anche a dispensare sorrisi e saluti a tutti i passeggeri in entrata.

Passo così da un pruriginoso fastidio ad una piacevole sorpresa. Ecco, io gli autisti del pullman li assumerei tutti così, portatori di persone e di buon umore, che la mattina, quando sei di corsa, con la brioche in bocca e la giacca da abbottonare, o peggio la macchina guasta da riparare, basta guardarli per sentirsi un po’ più sereni.

Ad ogni modo, sta mattina, tutti i passeggeri, anch’essi pronti allo stoccaggio sardine, a loro modo, lo risalutavano tutti grati, facendo dei sorrisi a volte sorpresi, a volte estremamente spontanei, ma più spesso imbarazzati, come se non fossero più abituati alla gentilezza… ma solo pronti ad affrontare la guerra per l’ultimo posto a sedere o almeno un posto in piedi lontano da ascelle indiscrete.

Il pullman parte e durante il tragitto, ovviamente sempre stipata come come un filetto di tonno in scatola, mi metto ad osservare i passanti per strada, quando ci fermiamo ad un semaforo e la mia attenzione cade su una ragazza che sta per svoltare l’angolo. È carina, capelli rossi, vestita bene, la faccia seria e assorta nei suoi pensieri e ad un certo punto … sorride. Sorride da sola, tra sé e sé, come se un pensiero le fosse scappato improvvisamente dal cervello per espandersi sul suo viso senza che nemmeno lei se ne accorgesse. Purtroppo il suo sorriso viene interrotto poco dopo da una macchina che le sfreccia di fianco e lei ritorna subito alla realtà. Moriscandosi un labbro imbarazzata, dà un occhiata intorno per sincerarsi che non ci sia nessuno a guardarla e cercando di nascondere il compiacimento provato, in una posa rigida delle labbra (continuando a sorridere sotto i baffi insomma) cerca mano a mano di ritrovare il suo contegno, ridiventando seria nel giro di pochi istanti.

Il pullman riparte e guardando la sua sagoma allontanarsi sorrido anche io… con un sorriso di innocente sorpresa, quello che si fa quando si trova un soffione a terra tutto per sé e ci si sente fortunati ad aver trovato quel piccolo tesoro prima di tutti, per poterlo soffiare come si faceva da bambini, godendo della libertà dei batuffoli in volo.

Però che strana la vita eh? Che fortuna avere avuto la macchina guasta oggi: ho ricevuto un sorriso in regalo, ne ho rubato uno ad una sconosciuta e… non so a voi, a me un sorriso migliora la giornata, figurarsi due. Beh forse potrei lasciarne uno, scendendo dal pullman, al simpatico autista.

Prenoto la fermata, mi accingo all’entrata, ci fermiamo, gli sorrido, scendo, mi volto e glielo dico: -Buona giornata signore dai bei sorrisi.-

Così ora lo sa anche lui, che i suoi sorrisi sono preziosi, come un soffione da far dissolvere al vento, insieme ai grigiori della giornata.

#Borderminds #soffione #sorriso #riflessioni

Erika Lami

Illustrazione di Roberta Lami