Guardo il mare e penso: all’infinito, alla poesia, alla grandezza, la meraviglia, al pericolo, alla spaventosa ed attraente potenza dell’acqua, alle avventure vissute da grandi uomini e donne, al coraggio, intraprendenza, follia, passione, amore, alla calma rasserenante, al cullare delle onde, allo spumeggiare delle acque impetuose, alle onde che si infrangono sugli scogli, alla tempesta, alla maestosità del mare e alla piccolezza dell’uomo, all’impotenza, al panico, a chi nell’acqua muore, muore per errore, muore per sport, muore per passione, muore per vivere, per scappare, per politica, per ingiustizia, muore perché nata nel posto sbagliato al momento sbagliato, muore perché piuttosto di vivere nella paura, la paura l’attraversa nella speranza di vivere davvero.

Penso al sangue, penso alla morte ancora, a quella senza sangue, nel silenzio del dondolio pacato di un elmento che ci affascina, ma che non possiamo controllare.

Penso all’eterno silenzio, ai rumori attutiti, al respiro del sommozzatore con le bombole che mi guarda fluttuare a mezz’acqua e poi galleggiare. Mi lascio cullare, sento la pelle bagnata, il mio stesso respiro sempre più debole, l’aria fresca sulla pelle. Ma io non sono là, sono su questa spiaggia, qui con i miei problemi, la mia impotenza, il senso di colpa, la pesantezza di una leggera giornata estiva.

Non è solo il mare ad essere grande, non è solo la morte, non sono solo i miei demoni…ci sono ragioni irragionevoli, ingordigia, diffidenza, pura pazzia… vorrei urlare.

Mare di crociera.

Mare di croce.

Acqua azzurra cristallina.

Acqua rossa assassina.

Mare è fonte di cibo, è il paese dei balocchi il sabato mattina, aspettando all’alba il pescatore con la cesta di vimini colma, e le ghiacciaie traboccanti.

Mare è morire di fame al banchetto che i pesci faranno con i loro corpi.

Mare è un piacevole tuffo d’estate, una nuotata fino al fondale, un pugno di sabbia riportato in superficie con una boccata d’aria rigenerante.

Mare è un pugno nello stomaco, un tuffo obbligato, un tuffo fino in fondo, un addio alla superficie, fino alla spiaggia sabbiosa dove si areneranno per sempre.

Non riesco a smettere di pensare, io sono come un granello di questa sabbia che mi circonda, schiacciata giorno dopo giorno, da troppi esseri pensanti che non vogliono pensare. E ogni giorno un possibile pensiero muore nell’indifferenza delle nostre velocissime vite.

Ma io sono ferma, sono qui, sto pensando.

Ero sulla spiaggia solo per godermi la bellezza delle onde e poi…

Che forza la natura eh?! Riesce sempre a rammentarci che in fondo, come un organo in un organismo, non siamo che una parte del tutto.

#borderminds #mare #riflessione

Erika Lami

Illustrazione di Roberta Lami