Scrivo perché non so parlare.

Scrivo perché non so pensare parole al vento, perché ho bisogno di visualizzare la parola che c’è prima per lasciar uscire la parola che vien dopo sicura del fatto che sia quella giusta, o almeno la migliore secondo me.

Parlo quotidianamente, ci mancherebbe altro…con colleghi, amici, familiari, ma mi esprimo davvero, solo quando scrivo.

Penso davvero solo quando vedo comporsi le parole piano piano al suon del ticchettio dei tasti del mio computer o del sordo sibilare della mia penna sulla carta.

Il suono della mia voce invece tende a distrarmi. Ne divento subito giudice e improvvisamente mi figuro tutti attorno come altrettanti severi giudici pronti a farmi a pezzi. Non capita in maniera conscia ovviamente, ma ogni volta a posteriori posso dire che é questo ciò che accade al mio cervello quando sembra non essere collaborativo come vorrei.

Mio marito dice che quando scrivo “faccio le facce” come se stessi parlando davvero con qualcuno.

Forse non esprimendo i miei pensieri a parole, devo esprimerli almeno con il mio volto.

Dicono di me, che sono una persona espressiva, pur non esprimendo spesso la mia opinione.

Dicono di me, che basta guardarmi in faccia perché io sono un libro aperto, ma io mi sento piuttosto un libro chiuso: uno di quelli da cui forse, dalla copertina capisci il tema di cui tratta, ma in cui comunque non sai cosa c’è scritto e cosa ti puó raccontare.

Scrivo perché mi piace rileggermi. Mi piace compiacermi dei miei pensieri o se non li apprezzo più come quando li avevo scritti, correggerli per renderli migliori. Quando parli e dici una fesseria, puoi ritrattarla perché verba volant…ma ormai l’hai detta, hai lasciato un’impressione…forse quella sbagliata. Scripta manent, ma puoi pensarci su davvero bene prima di metterla nero su bianco.

Scrivo perché non devo necessariamente aspettarmi una risposta.

Scrivo perché i miei pensieri van più veloci della mia bocca, ma la selezione dei pensieri è un processo assai più lento…bisogna fermarsi a decidere…quindi la scrittura è anche pausa.

Scrivo perché la scrittura

è intima,

è più per me che per gli altri,

è sano egoismo…

Certo, puó anche essere condivisione ma… solo dopo del buon privato godimento.

#borderminds #scrivo #riflessione

Erika Lami

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